Mirandola, 22 febbraio 2023

                                   

Comunicato Stampa

 

CONFESERCENTI MODENA

Legge di bilancio, Fipac Confesercenti Modena: “Punti critici su sanità, welfare, fisco e pensioni”

 

 

Fipac (Federazione Italiana Pensionati del Commercio) Confesercenti Modena interviene sulla Legge di Bilancio evidenziando criticità su sanità, welfare, fisco e pensioni. “L’attuale contesto socio-economico presenta molti fattori di complessità: forte precarietà del mondo del lavoro, debole e deludente crescita economica, aumento del debito pubblico, alti livelli di evasione fiscale e contributiva. Ma come pensionati vorremmo sottolineare in particolare l’aumento delle famiglie che vivono in povertà relativa o assoluta, il welfare pubblico fortemente inadeguato, il Servizio Sanitario Nazionale che non garantisce uniformità di livello di prestazioni fra regioni né un’idonea qualità del servizio pubblico – afferma Alvezio Bigi, Coordinatore Provinciale Fipac Confesercenti Modena. Perciò riteniamo insufficienti le risorse messe a disposizione e che la loro destinazione non sembri orientata tanto a rispondere ai bisogni della collettività ma, in taluni casi, a soddisfare le aspettative di qualche gruppo elettorale”.

 

Per quanto riguarda la Sanità, le risorse nel triennio 2023-2025 passeranno dall’attuale 6,9% al 6% del PIL: “inferiori alla quota pre-pandemia e ampiamente insufficienti a mantenere il livello delle prestazioni con il rischio di non poter garantire l’universalità del diritto alla salute. I provvedimenti a sostegno delle famiglie – aumento dell’assegno unico per i figli, Carta Famiglia, riduzione iva su taluni prodotti per infanzia e igiene femminile – sono un segnale positivo ma decisamente insufficiente a garantire un reale supporto ai cittadini più bisognosi. Se poi si considera l’alto livello di precarietà nel mondo del lavoro e le basse retribuzioni, si comprende che il divario fra chi sta meglio e chi sta peggio non può che aumentare. Sul fisco si ravvisa l’assenza di provvedimenti tesi a combattere l’evasione fiscale che, favorendo l’illegalità, penalizza l’economia legale e priva delle risorse necessarie a garantire i servizi pubblici fondamentali. E si favorisce la rendita finanziaria a scapito del reddito da lavoro, con un’elevata ed iniqua tassazione sulle pensioni e sui salari. E’ quindi necessaria una riforma del fisco basata sul principio costituzionale dell’equità e della progressività e una riduzione della pressione fiscale in particolare per i nuclei familiari a basso reddito. Positivo sul fronte pensioni il superamento del blocco dell’adeguamento ma la rivalutazione, ampiamente inferiore all’inflazione, non impedirà una grave perdita del potere di acquisto, inoltre il meccanismo penalizza chi ha versato maggiori contributi. Le novità di “Opzione Donna” poi, oltre a restringere la platea delle aventi diritto, inseriscono una discriminazione fra donne, riaffermando un arcaico concetto culturale attraverso un computo degli anni per maturare il diritto basato su maternità, numero di figli e/o ruolo di cura nell’ambito familiare. Nonostante la consapevolezza sia della scarsità delle risorse disponibili che dei vincoli europei, esprimiamo un giudizio critico su questa Legge di Bilancio perché contiene scelte di politica economica e sociale che non attenuano le diseguaglianze sociali. Pare inoltre delinearsi un percorso che rischia di condurre alla progressiva privatizzazione di sanità e welfare, oltre a prospettare una riforma delle pensioni che rende primarie quelle integrative private a scapito del sistema pensionistico pubblico” conclude Bigi. 

 

 

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