Modena, 15 dicembre 2018
Rassegna stampa
INCHIESTA SUL “NERO” SETTORE PETROLIFERO
Furti Carburante: l’intervento di Franco Giberti, presidente FAIB-Confesercenti Modena
L’inchiesta sul “nero” nel settore petrolifero ha suscitato forti reazioni ed ha sollevato un problema su di un settore che da vari anni subisce gli effetti di una concorrenza drogata dalle frodi, in una realtà economica in cui il presidio da parte di grandi società petrolifere sta via via venendo meno (data la scelta di molte di lasciare l’Italia).
Il fenomeno è cresciuto negli anni e oggi rischia fortemente di cambiare sostanzialmente i connotati del mercato in quanto i bilanci dei “nuovi arrivati” si sono gonfiati a dismisura , forti soprattutto dei margini garantiti dall’evasione dell’IVA.
Il numero rilevante delle indagini e quindi anche Modena, denuncia la presenza di un fenomeno criminoso consolidatosi negli anni, con conseguenze negative sull’erario e sul mercato che coinvolge tutto il territorio nazionale spesso con ramificazioni internazionali anche ai massimi livelli criminali.
A fronte delle indagini spesso le norme di riferimento anche se inasprite recentemente non sempre sono chiare ed esaustive o non consentono una tempestiva verifica delle responsabilità. Possiamo dire che oggi si assiste ad un binario commerciale parallelo, da un lato una percentuale di prodotto illegale in crescita a fronte di un impegno serrato degli investigatori a contrastare il fenomeno.
Fenomeno che si è ulteriormente incrementato col Decreto Monti del 2012 e la liberalizzazione delle forniture ed a seguito di un sempre maggiori peso fiscale sui prodotti energetici. Concause che hanno consentito l’entrata sul mercato di una miriade di operatori spesso senza alcuna storia od esperienza nel settore; e con la propensione a violare sistematicamente le regole di mercato. Le liberalizzazioni non sono state la causa ma senza ombra di dubbio possiamo dire che involontariamente sono state il cavallo di Troia che ha favorito l’insinuarsi nel mercato dei carburanti di imprenditori improvvisati e decine di “trader” che approfittando dei nuovi spazi e delle nuove opportunità legate alla liberalizzazione hanno ampliato il fenomeno creando nuovi sodalizi a danno degli imprenditori onesti che si trovano ora a dover contrastare una concorrenza imbattibile sui prezzi del prodotto.
Basti pensare che le pompe bianche nell’ultimo anno sono passate da 4.931 a 5.688 (oggi in testa a livello nazionale alla classifica per numero di punti vendita seguito da IP-Italia e da Eni) ed i marchi indipendenti sono passati da 145 a 173.
Un sistema fraudolento che danneggia anche i consumatori per la scarsa qualità del prodotto immesso sul mercato. Mentre sempre più spesso si assiste a punti vendita che commerciano prodotto addirittura sotto il livello del Platts che definisce il valore effettivo dei prodotti raffinati.
Un sistema quindi che va contrasto con fermezza e decisione. Ragione che ci vede al fianco degli inquirenti nel loro lavoro ed ai quali va tutto il sostegno della categoria e di tutti gli operatori onesti che giornalmente sono sull’impianto al servizio dei clienti.
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