Efficientamento energetico degli immobili: conferma Direttiva UE, già approvata in commissione
Lo scorso 12 marzo il Parlamento Europeo, ha approvato la “Direttiva sul Rendimento Energetica degli Edifici (EPBD)” che ha mantenuto il nuovo approccio al problema, ed il medesimo testo già deliberato ad inizio anno dall’apposita Commissione UE, oggetto della nostra comunicazione del 18 gennaio scorso, quindi nessun riferimento alla classe energetica degli edifici, bensì alla riduzione del consumo medio di energia degli stessi, in un arco di tempo che arriva fino all’anno 2050.
Infatti, sulla Direttiva è confermata l’assenza del sistema delle classi energetiche degli immobili, quelle che in Italia vanno da G ad A, a favore di una riduzione del consumo medio di energia, che dovrà essere per gli edifici residenziali:
– del 16% entro il 2030;
– tra il 20% ed il 22% entro il 2035;
– zero emissioni entro il 2050.
mentre per quelli non residenziali:
– del 16% entro il 2030
– del 26% entro il 2033;
– zero emissioni entro il 2050.L’approccio sarà quindi sulla media dell’intero patrimonio edilizio, con due importanti vincoli ed alcune eccezioni:
– Tutti i nuovi edifici a partire dal 2030 dovranno essere ad emissioni zero;
– La graduale riduzione media, sopra elencata; dovrà riguardare per almeno il 55% gli edifici più energivori cioè quelli attualmente collocati nelle categorie; E, F e G, circa 5 milioni di edifici, di cui circa 2 milioni in fascia G ;
– Sono esclusi dagli obblighi di efficientamento energetico: gli immobili vincolati, gli edifici religiosi, i siti industriali, gli immobili destinati all’agricoltura, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli edifici autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadri, gli edifici delle forze armate e con scopi di difesa.
Infine il testo prevede lo slittamento dal 2035 al 2040 per il definitivo addio definitivo alle caldaie alimentate a gas che dal 2025 non potranno più beneficiare di incentivi.
La Direttiva, che per diventare definitiva dovrà essere approvato dal Consiglio Ue previsto per il prossimo 12 aprile, migliora le proposte fino ad oggi discusse introducendo una sostanziale gradualità, ma di fatto diluendo soltanto gli importanti oneri di ristrutturazione, che peseranno particolarmente nel nostro Paese, in cui le case sono per lo più di proprietà dei singoli e per oltre la metà costruite prima del 1970, quindi da efficientare energeticamente.
Peseranno a maggior ragione in quanto la Direttiva, manifesta una grave debolezza poiché non prevede l’istituzione di nuove linee di finanziamento, lasciando ai singoli paesi come uniche leve finanziarie quelle nazionali e quelle europee già presenti.
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